Ex festività: cosa sono, come vengono pagate e come gestirle
Ferie, permessi, festività, ROL, all’interno delle buste paga ci sono tante voci che nella maggior parte dei casi non sono così semplici da capire. Conoscere a cosa si riferiscono è essenziale tanto per i dipendenti quanto per il datore di lavoro per avere un controllo più accurato delle buste paga dei propri dipendenti. Oggi vogliamo soffermarci su un elemento che risulta essere tra quelli meno intuitivi: le ex festività. Per dirlo in parole semplici, si tratta di giornate che in passato venivano ritenute festive e che quindi erano segnate in rosse sul calendario, perché collegate a ricorrenze religiose o nazionali ma che, con la legge n. 54 del 1977, sono state abolite.
Questi giorni non vengono trattati come festivi, ma neanche come giornate lavorative normali, si sono trasformati in permessi retribuiti, ossia giorni di lavoro in cui il dipendente può assentarsi per qualsivoglia motivo, senza perdere la retribuzione ordinaria.
Naturalmente le ex festività hanno validità solo se cadono in un giorno lavorativo del lavoratore e in base al CNNL applicato. Il dipendente può usufruirne il giorno stesso dell’ex festività ma anche in un momento successivo.
Quali sono le ex festività
Le ex festività, oggi soppresse, che possiamo trovare nella busta paga come permessi retribuiti sono quattro:
- San Giuseppe o Festa del Papà: 19 marzo
- Ascensione: 39° giorno dopo la domenica di Pasqua
- San Pietro e Paolo: 29 giugno (a Roma questa giornata è un festivo a tutti gli effetti in quanto è festa patronale della Capitale)
- Festa dell’Unità Nazionale: 4 novembre
Tra queste vi è anche Corpus Domini, ma ogni anno cade di domenica e quindi, nella maggior parte dei lavori, non permette di avere dei permessi.
Le festività ancora riconosciute dall’ordinamento italiano sono invece:
- Capodanno: 1° gennaio
- Epifania: 6 gennaio
- Pasqua
- Pasquetta
- Festa della Liberazione: 25 aprile
- Festa dei Lavoratori: 1° maggio
- Festa della Repubblica: 2 giugno
- Ferragosto: 15 agosto
- Ognissanti: 1° novembre
- Immacolata: 8 dicembre
- Natale: 25 dicembre
- Santo Stefano: 26 dicembre
Come sono retribuite le ex festività in busta paga?
Come abbiamo appena visto le ex festività possiamo trovarle nella busta paga sotto forma di permessi retribuiti, fruibili dal dipendente quando preferisce. Si considerano giornate che vengono convertite in permessi, come i ROL che, qualora non vengano utilizzati, vengono pagati al lavoratore l’anno seguente.
Per capire come vengono considerate le ex festività in busta paga possiamo considerare il Cnnl Commercio, uno dei più diffusi. Secondo questo contratto il dipendente ha diritto a 32 ore annue di permesso retribuito (qualora tutti i giorni cadano in giornate lavorative). Nel caso in cui i permessi non venissero utilizzati entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di scadenza (ad esempio i permessi accumulati nel 2023 dovranno essere utilizzati entro giugno 2024) le ex festività verranno pagate con l’intero trattamento economico di una giornata ordinaria.
Genericamente ciò che abbiamo appena visto viene applicato anche nelle altre tipologie di contratto, eccetto per qualche piccola modifica.
Qual è la differenza tra ex festività, permessi, ferie e ROL
Nella busta paga possiamo trovare diverse voci che non sempre sono così intuitive da comprendere, ma è importante conoscerle per poter garantire il rispetto dei diritti dei propri dipendenti. Qual è quindi la differenza tra ex festività, permessi, ferie e ROL?
La differenza tra le ex festività e le ferie è che le prime sono stabili, mentre le ferie no, ogni persona decide i giorni di ferie in base alle necessità personali e a quelle aziendali, compilando quindi un piano ferie da condividere con il datore di lavoro, da non confondere con le chiusure aziendali per ferie, in cui è solo il titolare dell’azienda a scegliere le ferie collettive.
Come abbiamo già detto le ex festività fanno parte dei permessi, al cui interno non rientrano i ROL che, invece, sono una tipologia specifica di permesso che corrisponde alle ore di astensione dal lavoro.
Mentre ex festività, permessi e ROL vengono regolati dal contratto di riferimento, le ferie sono sancite per legge ed è necessario che il datore di lavoro le approvi per poterne usufruire.
Cosa succede alle ex festività qualora dovesse terminare il rapporto di lavoro?
In caso di interruzione del rapporto di lavoro per licenziamento, dimissioni o semplicemente per fine contratto le ex festività non utilizzate devono essere pagate in busta paga secondo il trattamento retributivo di una giornata di lavoro ordinaria.
Dove si trovano in busta paga?
Generalmente le ex festività si trovano nella parte bassa del cedolino, in questo spazio possiamo vedere quante ore di permesso sono state accumulate, quante sono già state utilizzate e, nella voce saldo, quante sono quelle ancora a disposizione. In questa sezione troviamo anche le ore maturate l’anno precedente, ma che non sono ancora state utilizzate e che è possibile richiedere per motivi personali.
Un altro elemento che possiamo controllare sempre in questa parte del documento è il calcolo delle ferie: le ferie maturate, quelle godute e non godute.
Per rendere più semplice la gestione di permessi, ROL, ferie ed ex festività è utile affidarsi a strumenti efficienti per semplificare il calcolo dei giorni e delle ore disponibili al lavoratore per le assenze personali e per creare un piano ferie accessibile e chiaro a tutti. In questo modo è possibile avere tutte le informazioni dei dipendenti sotto controllo e fornire una metodologia intuitiva e semplice di richiesta ferie, permessi e ROL.