Le ferie sono riconosciute per legge, è un diritto tutelato dalla Costituzione e dal Codice Civile, e pertanto è importante sia per il datore di lavoro che per il dipendente conoscere quali sono le regole che le caratterizzano.
Oggi vogliamo approfondire l’argomento delle ferie non godute, capire come vengono calcolate e individuare nuove soluzioni per tenere sempre sotto controllo questo dato. Probabilmente hai un consulente che segue la parte relativa alle buste paga, alle ferie e permessi, o magari hai un reparto interno che se ne occupa. È essenziale però conoscere la normativa di riferimento per essere preparati e anticipare eventuali situazioni sconvenienti per la tua azienda, soprattutto se hai tanti dipendenti da gestire.
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Ferie retribuite e normativa
Le ferie retribuite vengono distribuite durante l’anno e sono previste sia nei contratti a tempo determinato che indeterminato. La tipologia di retribuzione e quante sono quelle accumulate ogni mese varia a seconda del CCNL di riferimento.
Esiste un limite minimo che non può essere violato in quanto stabilito per legge. Ogni lavoratore infatti, ha diritto ad almeno 4 settimane di ferie, ovvero 28 giorni lavorativi. La maturazione dei giorni avviene anche durante periodi come malattia e congedi parentali. Inoltre, in base alle caratteristiche del contratto e al settore di appartenenza, in alcuni casi anche il sabato e la domenica possono concorrere al calcolo del periodo di ferie.
Sempre secondo la legge, un lavoratore non può rinunciare alle ferie e almeno due di quelle maturate nel corso dell’anno devono essere utilizzate nello stesso anno. Le restanti possono essere godute nei 18 mesi consecutivi.
Cosa succede se si superano i 18 mesi? Le ferie residue su cui il datore di lavoro ha pagato i contributi all’Inps, potranno sempre godute ma possono essere monetizzate solo in caso di cessazione del rapporto di lavoro. Il dipendente non perde le ferie ma vanno a finire in una sorta di tesoretto che potrà essere utilizzato nel momento in cui si andrà a risolvere il contratto o in caso di passaggio alla pensione, oppure ancora se si verificano altre condizioni.
Possiamo considerare questa indennità come una sorta si risarcimento per i periodi in cui il dipendente ha rinunciato al riposo nonostante il suo diritto.
Abbiamo detto che le ferie rappresentano un aspetto importante nella vita di ogni dipendente, tanto che viene trattato in 3 testi diversi:
- la Costituzione, all’articolo 36, dice che “Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite e non può rinunziarvi”;
- il Codice Civile, all’articolo 2109, sancisce che “il lavoratore ha diritto ad un periodo annuale di ferie retribuito”;
- il Dlgs. n.66/2003, invece, fornisce un’indicazione relativa alla quantità di ferie che spettano annualmente ai lavoratori dipendenti.
Come si calcolano le ferie?
Per semplificare possiamo dire che ogni lavoratore in un anno solare, 12 mesi, matura 1/12 del totale delle ferie che gli spettano. È importante monitorare questo dato che può essere facilmente individuato nella busta paga dove compariranno non solo quelli maturati ma anche quelli goduti e residui.
Se si vuole avere un calcolo più accurato è necessario prendere in esame il CCNL di riferimento per verificare nello specifico, in base alle caratteristiche del contratto, quanti giorni si maturano ogni mese e quale è il massimo raggiungibile.
Tutte le ferie che il dipendente non utilizza vengono catalogate tra le ferie residue e quelle non godute e variano in base alle richieste da parte del dipendente o in caso di giorni di chiusura stabiliti dall’azienda.
Per rendere più semplice la gestione dei giorni di ferie, è utile poter contare su strumenti efficienti che rendono il calcolo dei giorni e la creazione del piano ferie più semplice e immediato. In questo modo è possibile poter contare sempre su una perfetta organizzazione che permetta al dipendente di sfruttare le ferie che ha a disposizione e all’azienda di monitorare le ferie non godute e favorire il corretto andamento delle attività.